«La riforma costituzionale? C’è il rischio di indebolire il capo dello Stato. Consulta mai politicizzata»- Corriere.it

Dopo nove anni trascorsi alla Corte costituzionale, di cui è stata presidente dal settembre 2022 fino all’11 novembre scorso, Silvana Sciarra ha ultimato il trasloco dal palazzo della Consulta. Ma se le si chiede quale, fra le tante decisioni che ha sottoscritto e condiviso, considera la più importante, o la più travagliata, o che la rende più orgogliosa, non sa scegliere.

«Sono state tutte importanti e per certi versi tutte un po’ controverse, già nell’intimo di ogni giudice, dopo discussioni vivaci e approfondite. L’orgoglio è proprio nella collegialità che significa condivisione, anche quando si manifestano dissensi che rendono necessario il voto».

Ma ci sarà una pronuncia ce che l’ha resa più fiera…

«Da giuslavorista posso citare la sentenza 178 del 2015, di cui sono stata relatrice. Per rimuovere il blocco della contrattazione collettiva nel settore pubblico, la Corte ha evocato la libertà sindacale. Non potevamo entrare nel merito delle retribuzioni non erogate o degli aumenti richiesti, ma per riavviare la contrattazione collettiva abbiamo ritenuto lesa la libertà sindacale, sancita come diritto fondamentale all’articolo 39 della Costituzione».

Principio attuale ancora oggi?

«Direi proprio di sì, anche perché riconosciuto da molte fonti europee e internazionali».

Fra le ultime che ha firmato da presidente c’è la…